Abbazia di San Martino
Nei secoli, l’abbazia ha subito altri considerevoli interventi architettonici, il primo e più importante nel 1347 dopo che era stata distrutta quasi completamente dagli Arabi nell’837. Lo sviluppo massimo dell’abbazia si ebbe alla fine del XVIII secolo, ad opera di Venanzio Marvuglia con la realizzazione di una nuova ala sul lato nord, comprendente un dormitorio, uno scalone imperiale in marmo rosso, decorato in stile pompeiano. Venne anche realizzato un monumentale prospetto che guarda in direzione di Palermo.
Il convento si sviluppa soprattutto intorno alla chiesa e presenta numerosi chiostri, logge ed edifici minori di notevole importanza.
La chiesa ha un impianto tipico del Cinquecento a navata unica fiancheggiata da dieci cappelle laterali. È sormontata da una cupola che accoglie dipinti importanti - ad esempio di Paolo de Matteis, Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Pietro Novelli - e marmi policromi raffinati che si ritrovano anche nella sacrestia. Dietro l’altare maggiore si trova un bellissimo coro in legno riccamente intarsiato che comprende 68 stalli ed è lungo 20 metri e ci sono voluti quasi due anni per essere completato. Molto suggestiva è la “Cappella delle reliquie” dove sono conservate le reliquie e il corpo di quattro santi. Il portale è marmoreo, risale al 1300 e raffigura il Mistero di Pasqua.
Statue, medaglioni, busti scultorei in pietra nera di paragone oppure in marmo bianco arricchiscono la navata della chiesa.
Nell’abbazia vi sono ben sei chiostri e il più importante è quello della “Fontana di San Benedetto” caratterizzato dalla presenta di una fontana con al centro la statua in marmo nero e bianco del santo. Uno dei tesori più famosi dell’abbazia di San Martino delle scale è la biblioteca: una raccolta di oltre settantamila testi che nel corso dei secoli sono stati conservati e restaurati dagli stessi monaci benedettini, grazie ad un laboratorio attrezzato di ottimo livello.
Attualmente l’abbazia è retta dai Monaci Benedettini Cassinesi.
