Ara Pacis Augustae
La pace è intesa sia come augurio di prosperità e tranquillità per la città di Roma e tutto l’impero che come la dea romana; la sua posizione non è casuale e infatti sorge nella zona del Campo Marzio da sempre dedicata alle vittorie degli imperatori romani.
La costruzione dell’Ara Pacis fu decisa dal Senato romano intorno al 13 a.C. in occasione del rientro di Augusto da una spedizione di tre anni in Spagna e in Gallia. L’inaugurazione avvenne però quattro anni più tardi.
L'Ara Pacis è un emblema dell’arte architettonica dell’età augustea. È costituito da un recinto quasi quadrato elevato su un podio a cui si accedeva attraverso nove ampi gradini e all’interno, dopo un’imponente gradinata, si erge l’altare vero e proprio. Lo stile di questo imponente monumento racchiude elementi architettonici dell’arte greca (ad esempio nei fregi), dell’arte ellenistica (nel fregio frontale e nei pannelli) e dell’arte romana nelle decorazioni dell’altare vere e proprie.
Nella parte esterna l’Ara Pacis presenta fregi particolari come foglie d’acanto, piccoli animaletti (come lucertole e serpenti) ed elementi naturali considerati sacri e necessari alla vita dell’uomo.
L’altare è la parte principale del monumento ed rappresentato da un basamento dove si celebravano i sacrifici veri e propri, si posavano le offerte e le spoglie degli animali sacrificali. L’altare presenta decorazioni di figure femminili, raffigurazione di sacrifici, Vestali e sacerdoti.
Ogni lato dell’Ara Pacis Augustae presenta connotazioni artistiche e aspetti architettonici di particolare valore che rendono il monumento suggestivo e unico nel suo genere: archi trionfali, colonne, pannelli decorati, capitelli e lastre di marmo pregiatissimi.
Il colore bianco che caratterizza il monumento è opera di Richard Meier che diresse il restauro del monumento per sette anni e fu aperto al pubblico nel 2006. Il colore spicca nell’assetto urbano di Roma, secondo il progetto ambizioso di diventare centro nevralgico e di scambio della capitale.
