Anfiteatro romano
Già all’epoca dall’Impero Romano, soprattutto tra il I e il II secolo d.C., Lupiae (antico nome della città salentina) era un importante cittadina soprattutto grazie alla sua pozione nel tacco dell’Italia e a metà tra le rive del Mar Adriatico e del Mar Ionio. Questa popolarità è testimoniata dalla presenza di importanti edifici di epoca romana, come l’anfiteatro nel centro storico dell’attuale centro abitato, a ridosso di Piazza Sant’Oronzo principale piazza di Lecce.
La data della costruzione dell’anfiteatro è ancora un po’ controversa e molti studioso la fanno risalire tra l’età augustea e quella dell’Impero di Adriano. L’anfiteatro, dalla caratteristica forma ellittica, aveva gli assi che misuravano in totale 102 metri e 83 metri.
Era realizzato in parte direttamente nella roccia e presenta due corridoi anulari, uno che correva sotto le gradinate e l’altro esterno che presentava portici su cui poggiavano gli ordini superiori delle gradinate superiori scandite da una galleria di fornici (così come è visibile nel Colosseo o nell’Arena di Verona).
Intorno all’arena centrale dell’anfiteatro, i cui assi misuravano 53 e 34 metri, si sviluppavano le gradinate che potevano contenere fino a 25 mila spettatori. L’arena era divisa dalla cavea da un muro decorato con un parapetto che mostrava rilievi marmorei raffiguranti scene di guerra, combattimenti tra uomini e tra uomini e animali. In questo muro si trovavano diverse aperture che conducevano al corridoio centrale lungo il perimetro dell’anfiteatro e ai corridoi secondari più bui e interni.
Dell’anfiteatro romano è possibile vedere sono una parte dell’arena e delle arcate in pietra del corridoio principale – praticamente un terzo dell’opera originale. Il resto rimane seppellito sotto gli edifici che nel corso dei secoli sono andati a formare il centro cittadino. In realtà il monumento stesso venne scoperto agli inizi del Novecento durante i lavori di scavo per la costruzione del palazzo della Banca d’Italia e per far emergere l’altra parte dell’anfiteatro bisognerebbe smantellare gran parte di Piazza Sant’Oronzo, le chiese e i palazzi limitrofi.
